L’infezione da Papilloma virus umano (HPV) è l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa in entrambi i sessi (1). La persistenza di tipi HPV ad alto rischio è la causa necessaria del carcinoma della cervice uterina, il primo tumore ad oggi riconosciuto dall’OMS come riconducibile ad una infezione (1-4). L’HPV è stato inoltre individuato come una delle cause di neoplasia a carico di altri distretti corporei, quali vagina, vulva, ano, nonché responsabile delle lesioni condilomatose a carico dell’apparato anogenitale
(1,4,5). La prevalenza globale dell’infezione cervicale da HPV, nelle donne con citologia cervicale normale, è stimata attorno all’11%-12%,
pur con differenze estremamente significative nei diversi paesi (6-8).
I dati di prevalenza dell’infezione da HPV nelle donne (Fig. 1), dimostrano un primo picco di infezione intorno ai 25 anni, che diminuisce con il progredire dell’età ripresentandosi con un secondo
picco intorno ai 45 anni (9), mentre nei maschi dai 18 fino ai 70 anni di età si evidenzia una prevalenza complessiva dell’infezione del 65,2%, che rimane costante nel corso della vita (10).
Le informazioni disponibili sulla storia naturale delle infezioni da HPV negli uomini sono minori rispetto alle donne (11). Infatti, i maschi hanno un ecosistema unico che si comporta diversamente
rispetto a quello delle femmine. In confronto alle donne, inoltre, non esistono programmi di screening organizzati relativi alla prevalenza
di HPV nella popolazione maschile; infine, non esistono esami validati per determinare la prevalenza dell’HPV negli uomini. Ad oggi
sono comunque disponibili dati sulla prevalenza dell’HPV nei maschi adulti sani, mentre i dati sulla concordanza dei genotipi con la partner sono ancora scarsi e contraddittori. Uno studio italiano riporta che la concordanza con la partner affetta da CIN si attesta attorno al 45%, dimostrando che il maschio è un importante serbatoio di infezione (12).
L’ampia variabilità della prevalenza dell’HPV è le- HPV: Evidenze e nuove prospettive gata a diversi fattori, quali differenze di segnalazione, procedure e algoritmi di screening, differenti
comportamenti sessuali (età media di inizio dell’attività sessuale, numero di partner) e carenza di cultura della prevenzione, fattori che, nel loro insieme, espongono precocemente all’HPV (5,8).
In generale, si evidenzia un rapporto di proporzionalità inversa tra tasso di prevalenza del carcinoma cervicale dell’infezione e grado di sviluppo socio-industriale del Paese analizzato (13).
Un altro fattore importante nell’infezione de HPV è costituito dall’età: i tassi massimi di prevalenza si riscontrano nelle donne più giovani (15-25 anni) (13).
Dall’ultimo rapporto sui tassi di soppravivenza dai tumori HPV-correlati in Italia, si evince il basso tasso di sopravvivenza dopo 5 anni dalla diagnosi di questi tumori. Solo per il cancro del
collo dell’utero la sopravvivenza è piuttosto elevata, grazie anche allo screening, mentre i tumori in sede extra-cervicale sono gravati da elevata morbosità e letalità, anche perchè spesso diagnosticati
tardivamente (14).
Lo sviluppo di vaccini in grado di prevenire le infezioni da HPV, e di conseguenza l’evoluzione a lesioni precancerose, ha offerto la possibilità, per la prima volta in oncologia, di intervenire nei soggetti sani con una vera e propria prevenzione primaria.
Scopo di questo articolo è esaminare lo stato dell’arte dell’offerta vaccinale, nonché le nuove prospettive che si aprono con il nuovo vaccino 9-valente, unitamente ad aspetti di counselling, utili
per una prevenzione completa e consapevole.
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